Perchè si mette il pacemaker al cuore

Perchè si mette il pacemaker al cuore

Il pacemaker è un dispositivo salvavita che consente di regolare il battito cardiaco quando il cuore batte troppo lentamente o in modo irregolare. Viene impiantato nei pazienti con disturbi del ritmo che compromettono la funzione cardiaca. Ma in quali casi è davvero necessario?

Cos’è il pacemaker e a cosa serve

Il pacemaker è un piccolo dispositivo elettronico impiantato sotto la pelle, generalmente in sede sottoclavicolare, che ha lo scopo di regolare il battito cardiaco nei pazienti che soffrono di alterazioni del ritmo, in particolare bradicardie. Quando il cuore batte troppo lentamente o con intervalli irregolari, il pacemaker invia impulsi elettrici per stimolare le contrazioni cardiache in modo regolare ed efficace.

Questa tecnologia rappresenta oggi una delle terapie più efficaci nella prevenzione di sincope, insufficienza cardiaca e, in alcuni casi, morte improvvisa legata a disturbi della conduzione elettrica del cuore.

Quando è necessario l’impianto di un pacemaker

L’impianto di un pacemaker diventa necessario quando il sistema di conduzione elettrica del cuore è compromesso e non riesce più a mantenere una frequenza cardiaca adeguata alle esigenze dell’organismo. In queste condizioni, il rallentamento del battito (bradicardia) può causare una ridotta perfusione cerebrale e sistemica, con sintomi come stanchezza, capogiri, svenimenti e, nei casi più gravi, episodi di perdita di coscienza.

Il cardiologo specialista, in seguito a esami specifici come l’elettrocardiogramma, l’Holter ECG 24h o lo studio elettrofisiologico, valuta se l’impianto è indicato in base alla gravità dei disturbi rilevati.

Quali patologie possono richiederlo

Tra le principali condizioni che possono rendere necessario l’utilizzo del pacemaker, troviamo:

  • Blocco atrioventricolare (di secondo o terzo grado), in cui l’impulso elettrico non viene correttamente trasmesso dagli atri ai ventricoli.
  • Malattia del nodo del seno, che causa un rallentamento o un’aritmia nella generazione del battito
  • Bradicardie sintomatiche dovute all’invecchiamento del sistema di conduzione o a farmaci bradicardizzanti
  • Sindrome bradicardia-tachicardia, tipica di alcune forme di fibrillazione atriale
  • Cardiomiopatie in cui la stimolazione elettrica è necessaria per migliorare la coordinazione della contrazione (terapia di resincronizzazione cardiaca)

Come funziona un pacemaker

Il pacemaker è composto da un generatore di impulsi elettrici e da uno o più elettrocateteri che vengono inseriti nelle camere cardiache. Il dispositivo rileva in tempo reale l’attività del cuore e interviene solo quando necessario, inviando impulsi elettrici per stimolare la contrazione.

Esistono pacemaker a frequenza fissa e, più comunemente, a frequenza variabile, in grado di adattare la stimolazione alla richiesta metabolica del paziente (pacemaker a risposta di frequenza).

Tipologie di pacemaker impiantabili

I pacemaker possono differire per tecnologia, numero di camere stimolate e modalità di funzionamento. Le principali tipologie sono:

  • Monocamerali, con un solo elettrodo, usati nei blocchi atrioventricolari o nelle bradicardie ventricolari isolate.
  • Bicamerali, che stimolano atrio e ventricolo, riproducendo un ritmo cardiaco fisiologico più simile al naturale.
  • Tripolari o biventricolari, utilizzati nella terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT) per i pazienti con insufficienza cardiaca avanzata.

Sintomi che possono portare alla sua prescrizione

I segnali clinici che possono far sospettare la necessità di un pacemaker includono:

  • Affaticamento e debolezza cronica non spiegate;
  • Vertigini frequenti o instabilità;
  • Episodi di sincope (svenimenti) o presincope;
  • Palpitazioni associate a rallentamento del battito;
  • Dispnea da sforzo senza cause respiratorie evidenti.

In presenza di questi sintomi, il paziente deve essere sottoposto a valutazione cardiologica approfondita, in particolare se i disturbi sono ricorrenti o invalidanti.

Come avviene l’impianto del pacemaker

L’intervento di impianto del pacemaker si esegue in anestesia locale, con una lieve sedazione. Dopo una piccola incisione sottocutanea in sede pettorale, viene inserito il generatore e i cateteri vengono guidati nelle camere cardiache sotto controllo radiologico.

L’intera procedura dura circa 30-60 minuti e richiede solitamente un solo giorno di ricovero. Dopo l’impianto, il dispositivo viene programmato in base alle esigenze del singolo paziente.

Follow-up e controlli dopo l’impianto

Il paziente con pacemaker deve sottoporsi a controlli regolari per valutare il corretto funzionamento del dispositivo, la durata della batteria e la risposta del cuore alla stimolazione.

Il primo controllo si esegue a poche settimane dall’impianto, poi si passa a visite semestrali o annuali. Oggi molti pacemaker dispongono di telemonitoraggio, che consente il controllo a distanza dei parametri clinici e la segnalazione automatica di eventuali anomalie.

Cos’è il pacemaker e a cosa serve

Il pacemaker è un piccolo dispositivo elettronico impiantato sotto la pelle, generalmente in sede sottoclavicolare, che ha lo scopo di regolare il battito cardiaco nei pazienti che soffrono di alterazioni del ritmo, in particolare bradicardie. Quando il cuore batte troppo lentamente o con intervalli irregolari, il pacemaker invia impulsi elettrici per stimolare le contrazioni cardiache in modo regolare ed efficace.

Questa tecnologia rappresenta oggi una delle terapie più efficaci nella prevenzione di sincope, insufficienza cardiaca e, in alcuni casi, morte improvvisa legata a disturbi della conduzione elettrica del cuore.

Quando è necessario l’impianto di un pacemaker

L’impianto di un pacemaker diventa necessario quando il sistema di conduzione elettrica del cuore è compromesso e non riesce più a mantenere una frequenza cardiaca adeguata alle esigenze dell’organismo. In queste condizioni, il rallentamento del battito (bradicardia) può causare una ridotta perfusione cerebrale e sistemica, con sintomi come stanchezza, capogiri, svenimenti e, nei casi più gravi, episodi di perdita di coscienza.

Il cardiologo specialista, in seguito a esami specifici come l’elettrocardiogramma, l’Holter ECG 24h o lo studio elettrofisiologico, valuta se l’impianto è indicato in base alla gravità dei disturbi rilevati.

Quali patologie possono richiederlo

Tra le principali condizioni che possono rendere necessario l’utilizzo del pacemaker, troviamo:

  • Blocco atrioventricolare (di secondo o terzo grado), in cui l’impulso elettrico non viene correttamente trasmesso dagli atri ai ventricoli
  • Malattia del nodo del seno, che causa un rallentamento o un’aritmia nella generazione del battito
  • Bradicardie sintomatiche dovute all’invecchiamento del sistema di conduzione o a farmaci bradicardizzanti
  • Sindrome bradicardia-tachicardia, tipica di alcune forme di fibrillazione atriale
  • Cardiomiopatie in cui la stimolazione elettrica è necessaria per migliorare la coordinazione della contrazione (terapia di resincronizzazione cardiaca)

Come funziona un pacemaker

Il pacemaker è composto da un generatore di impulsi elettrici e da uno o più elettrocateteri che vengono inseriti nelle camere cardiache. Il dispositivo rileva in tempo reale l’attività del cuore e interviene solo quando necessario, inviando impulsi elettrici per stimolare la contrazione.

Esistono pacemaker a frequenza fissa e, più comunemente, a frequenza variabile, in grado di adattare la stimolazione alla richiesta metabolica del paziente (pacemaker a risposta di frequenza).

Tipologie di pacemaker impiantabili

I pacemaker possono differire per tecnologia, numero di camere stimolate e modalità di funzionamento. Le principali tipologie sono:

  • Monocamerali, con un solo elettrodo, usati nei blocchi atrioventricolari o nelle bradicardie ventricolari isolate
  • Bicamerali, che stimolano atrio e ventricolo, riproducendo un ritmo cardiaco fisiologico più simile al naturale
  • Tripolari o biventricolari, utilizzati nella terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT) per i pazienti con insufficienza cardiaca avanzata

In casi selezionati possono essere impiantati anche pacemaker leadless, dispositivi miniaturizzati inseriti direttamente nel cuore senza cateteri, utili in pazienti con specifici profili clinici.

Sintomi che possono portare alla sua prescrizione

I segnali clinici che possono far sospettare la necessità di un pacemaker includono:

  • Affaticamento e debolezza cronica non spiegate
  • Vertigini frequenti o instabilità
  • Episodi di sincope (svenimenti) o presincope
  • Palpitazioni associate a rallentamento del battito
  • Dispnea da sforzo senza cause respiratorie evidenti

In presenza di questi sintomi, il paziente deve essere sottoposto a valutazione cardiologica approfondita, in particolare se i disturbi sono ricorrenti o invalidanti.

Come avviene l’impianto del pacemaker

L’intervento di impianto del pacemaker si esegue in anestesia locale, con una lieve sedazione. Dopo una piccola incisione sottocutanea in sede pettorale, viene inserito il generatore e i cateteri vengono guidati nelle camere cardiache sotto controllo radiologico.

L’intera procedura dura circa 30-60 minuti e richiede solitamente un solo giorno di ricovero. Dopo l’impianto, il dispositivo viene programmato in base alle esigenze del singolo paziente.

Follow-up e controlli dopo l’impianto

Il paziente con pacemaker deve sottoporsi a controlli regolari per valutare il corretto funzionamento del dispositivo, la durata della batteria e la risposta del cuore alla stimolazione.

Il primo controllo si esegue a poche settimane dall’impianto, poi si passa a visite semestrali o annuali. Oggi molti pacemaker dispongono di telemonitoraggio, che consente il controllo a distanza dei parametri clinici e la segnalazione automatica di eventuali anomalie.

Vivere con un pacemaker: cosa sapere

La qualità di vita dopo l’impianto di un pacemaker è in genere ottima. Dopo un breve periodo di adattamento, il paziente può riprendere le normali attività quotidiane e anche l’attività fisica, compatibilmente con la patologia di base.

Alcune precauzioni da tenere presenti:

  • Evitare movimenti bruschi del braccio omolaterale per alcune settimane.
  • Non esporsi a forti campi magnetici o elettromagnetici (es. risonanza magnetica, antifurti industriali).
  • Portare con sé il tesserino identificativo del dispositivo.
  • Informare sempre medici e dentisti dell’impianto prima di qualsiasi procedura.

L’autonomia della batteria è in media di 7-10 anni, dopo i quali si effettua una semplice sostituzione del generatore.

FAQ – Domande frequenti su perchè si mette il pacemaker al cuore

Quando si decide di mettere un pacemaker?
Quando il cuore non riesce più a mantenere un ritmo adeguato alla vita quotidiana. In genere si tratta di bradicardie sintomatiche o blocchi elettrici che compromettono la funzione cardiaca.

Si vive normalmente con un pacemaker?
Sì, la maggior parte dei pazienti conduce una vita normale. Il dispositivo lavora in modo silenzioso e non interferisce con le attività quotidiane, salvo alcune precauzioni specifiche.

L’intervento è pericoloso?
L’impianto di pacemaker è una procedura sicura, con rischi minimi. È eseguito da cardiologi specializzati in ambiente protetto e con un recupero molto rapido.

Si sente il pacemaker una volta impiantato?
Il generatore può essere percepito al tatto sotto la pelle, ma non provoca dolore né fastidi. I pazienti si abituano rapidamente alla sua presenza.

Si può fare sport con un pacemaker?
Sì, dopo il recupero iniziale e con l’autorizzazione del cardiologo. L’attività fisica moderata è generalmente raccomandata per mantenere una buona salute cardiovascolare.


Il pacemaker a Napoli con CardioCenter

Da CardioCenter a Napoli è possibile eseguire la visita cardiologica e gli esami strumentali (ECG, Holter Cardiaco o ecografia cardiaca) sia in convenzione con il SSN che in regime privato.

Contattaci per prenotare un esame, una visita o per richiedere maggiori informazioni.

Avviso agli utenti
Le informazioni contenute in questa pagina sono pubblicate solo a scopo informativo e non possono sostituire in alcun caso il parere del medico.

Perchè si mette il pacemaker al cuore – Fonti Bibliografiche

Pacemaker InsertionPuette JA, Malek R, Ahmed I, et al. Pacemaker Insertion. [Updated 2024 Oct 6]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2025 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK526001/.

Condividi questo articolo