Insufficienza venosa

Per insufficienza venosa si intende una condizione di ritorno venoso alterato, nella quale il sangue delle vene non riesce a ritornare al cuore dopo essere arrivato fino agli arti inferiori.

La sua manifestazione più frequente è costituita dalla presenza delle cosiddette varici degli arti inferiori (vene varicose), che tipicamente vengono prese in considerazione per ragioni estetiche ma che in realtà possono associarsi ad importanti complicanze di tipo clinico.

Cos’è l’insufficienza venosa

Quando parliamo di insufficienza venosa ci riferiamo ad un disturbo della circolazione caratterizzato da un flusso di sangue, dalle gambe al cuore, di portata deficitaria.

Tale situazione si verifica a causa di un indebolimento delle pareti venose e di un danneggiamento delle valvole, entrambi fattori che producono un ritorno indietro ed un ristagno del sangue stesso, in particolare quando l’individuo si trova in ortostatismo (in piedi).

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Quali sono le cause dell’insufficienza venosa

La principale causa di insufficienza venosa è un malfunzionamento delle valvole venose, che di norma impediscono il reflusso di sangue negli arti inferiori e che, se indebolite, non sono più capaci di chiudere interamente le vene.

In questa condizione il sangue, che torna indietro, appesantisce le vene sottostanti causandone un allargamento.

Altra causa di insufficienza è rappresentata da uno stato di debolezza costituzionale delle pareti delle vene, maggiormente evidente nelle aree più esposte ad aumenti della pressione venosa: le vene degli arti inferiori (per ragioni legate alla gravità), ma anche quelle genitali e quelle del plesso emorroidario.

Nelle vene degli arti inferiori, in particolare, l’insufficienza venosa risulta avere una peculiare importanza dal punto di vista clinico perché in grado di provocare alterazioni patologiche come le varici (con loro complicanze), la trombosi venosa profonda e la dermatite da stasi.

Altra possibile causa di insufficienza venosa può essere la presenza di un coagulo sanguigno negli arti inferiori, tale da ostruire il corretto flusso del sangue.

Fattori di rischio

I fattori di rischio sono rappresentati dalla sedentarietà, da stati post-traumatici degli arti inferiori (tali da alterare il normale funzionamento del ritorno venoso al cuore), l’eccesso di peso, una protratta posizione ortostatica, l’esposizione al calore per lungo tempo, la gravidanza.

Sintomi e le complicanze

I sintomi dell’insufficienza venosa possono essere molteplici, a cominciare da una sensazione di gonfiore a livello degli arti inferiori.

Si potranno manifestare: crampi ai polpacci (soprattutto durante la notte, danneggiando la qualità del sonno e potendo provocare la cosiddetta “sindrome delle gambe senza riposo”), formicolio, presenza di iperpigmentazione della pelle, edemi degli arti inferiori (gonfiore alle gambe), prurito articolare, sensazione di pesantezza e di stanchezza agli arti inferiori, sensazione di fastidio o dolore in ortostatismo prolungato

Le complicanze dell’insufficienza venosa sono legate all’aumento della pressione all’interno dei capillari, tale da causare lo sviluppo di un trombo in corrispondenza delle varici (trombosi venosa profonda), dilatazione di piccoli vasi (teleangectasie), flebite, ulcere cutanee o ferite che guariscono lentamente, ispessimento e indurimento della pelle di gambe e caviglie, cellulite batterica, ischemie.

Diagnosi di insufficienza venosa

Per poter diagnosticare correttamente una condizione di insufficienza venosa lo specialista durante la visita angiologica raccoglierà in prima istanza una meticolosa anamnesi comprendente le caratteristiche dello stile di vita del paziente, tutte le sue possibili patologie concomitanti ed i sintomi riportati.

Successivamente effettuerà un esame clinico per osservare e analizzare eventuali lesioni, edemi e varici.

Dopo la visita sarà opportuno eseguire un ecocolordoppler venoso degli arti inferiori per studiare accuratamente le strutture valvolari e il flusso sanguigno al loro interno.

Trattamento

Il trattamento dell’insufficienza venosa comporterà, prima di tutto, una possibile modifica dello stile di vita del paziente, che dovrà aver cura di controllare il proprio peso corporeo che rappresenta un importante fattore di rischio e di indossare specifiche calze elastiche o bende a compressione per alleggerire il gonfiore ed il dolore agli arti inferiori.

Sarà inoltre utile non stare all’impiedi per tempi prolungati ed evitare esposizioni a fonti di calore o ad ambienti fortemente umidi (condizioni favorenti la vasodilatazione).

Al paziente si consiglierà di svolgere una regolare attività fisica, di assumere antitrombotici associati o meno ad integratori (su prescrizione del proprio medico curante) e di evitare estroprogestinici e contraccettivi.

Laddove l’angiologo lo ritenga necessario, l’insufficienza venosa può essere trattata farmacologicamente con anticoagulanti topici, profibrinolitici (per sciogliere le raccolte di fibrina nelle vene varicose) e flebotonici (per accrescere il tono delle pareti venose).

Nei casi in cui si rendesse necessario intervenire chirurgicamente, i possibili trattamenti andranno dalla valvuloplastica senza sostituzione protesica (per riparare le valvole interessate) alla laserterapia o all’ablazione con radiofrequenza – entrambe con guida ecografica (per intervenire sulla parete della specifica vena varicosa), oppure alla rimozione dell’area venosa di interesse, rimettendo poi in comunicazione le due porzioni a monte e a valle dell’asportazione.

Diagnosi e cura dell’insufficienza venosa da CardioCenter a Napoli

Da CardioCenter a Napoli è possibile eseguire gli esami di cardiologia e angiologia, sia in convenzione SSN che in regime privato. Fanno eccezione la Visita Angiologica e la Scleroterapia che si eseguono solo privatamente.

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Responsabilità dei contenutiSupervisione editoriale e scientifica
Dr Giuseppe Lavecchia – Specialista in Cardiologia
Dr Maurizio Lombardi – Specialista in Angiologia
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Fonti Bibliografiche

Eberhardt RT, Raffetto JD. Chronic venous insufficiency. Circulation. 2014 Jul 22;130(4):333-46. doi: 10.1161/CIRCULATIONAHA.113.006898. PMID: 25047584.

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