Extrasistoli ventricolari, cause, sintomi e diagnosi

Cosa sono le extrasistoli ventricolari, quali le cause e i sintomi e come avviene la diagnosi?

Con il termine di extrasistole ci si riferisce ad una condizione, tutt’altro che rara, in cui si verifica un battito cardiaco prematuro.

In pratica, nel cuore esiste un sistema di conduzione elettrica che mantiene un ritmo pressoché costante di contrazione.

A volte, tuttavia, può succedere che si inserisca nella normale sequenza di stimoli elettrici un nuovo impulso, che provoca una contrazione anticipata seguita poi da una pausa un po’ più lunga di quelle che intercorrono normalmente tra due battiti consecutivi.

La contrazione successiva, poi, tenderà ad essere un po’ più forte, così che il soggetto può accorgersi di questa maggiore intensità, al punto da spaventarsi talvolta, ma vedremo che nella maggior parte dei casi non deve essere fonte di preoccupazione.

Extrasistoli atriali e ventricolari

Tutto questo processo può mettersi in atto sia negli atri, cioè le due camere cardiache superiori che accolgono il sangue per prime, sia nei ventricoli, ovvero le due cavità inferiori che grazie alla loro parete muscolare più spessa lo sospingono nei vasi.

Nel primo caso, quindi, si parlerà di extrasistoli atriali, le più comuni nei bambini e quasi sempre innocue, nel secondo di extrasistoli ventricolari, la cui frequenza aumenta fisiologicamente con l’età.

Cause delle extrasistoli ventricolari

Spesso, le cause delle extrasistoli ventricolari non si riescono a rilevare.

In alcuni casi, invece, è possibile identificare alcuni fattori scatenanti, per esempio:

  • l’alcol
  • certe droghe stimolanti
  • la caffeina
  • alcuni farmaci
  • il fumo
  • l’esercizio fisico intenso
  • alti livelli di ormoni dello stress.

Solo in casi molto più limitati, le extrasistoli sono legate a:

  • patologie cardiache
  • infezioni
  • alta pressione
  • squilibri degli elettroliti, cioè elementi chimici, come il sodio, il calcio, il cloro e il potassio, che devono essere presenti in quantità ben precise nel corpo per favorire un adeguato svolgimento delle diverse funzioni cellulari.

Queste problematiche devono essere sospettate se le extrasistoli avvengono piuttosto frequentemente e se si accompagnano ad altri sintomi.

Sintomi delle extrasistoli ventricolari

Spesso, quando avviene un’extrasistole il soggetto non se ne rende conto.

È possibile, però, che in alcuni casi si percepisca attraverso una sensazione di martellamento nel petto, oppure come se il cuore si fosse fermato un attimo per poi ripartire battendo più forte.

Ancora, a volte può aumentare la consapevolezza del battito cardiaco, come se non si potesse smettere di ascoltare il proprio cuore battere, oppure possono esserci vertigini o all’individuo sembra di poter svenire.

Più raramente, dopo un’extrasistole può instaurarsi un’aritmia, cioè un ritmo irregolare di contrazione, oppure una tachicardia, ovvero un’accelerazione della frequenza del battito.

Qualora ciò avvenisse, sarebbe meglio rivolgersi ad un medico e questo vale ancora di più per tutti coloro che abbiano già avuto un attacco di cuore oppure che siano affetti da altre patologie cardiache, essendo più a rischio di complicanze.

Diagnosi dell’extrasistoli

Se i sintomi non sono particolarmente eclatanti non è necessario condurre visite specifiche, specie se non si è individui a rischio.

Nonostante ciò, è comunque bene alla prima visita medica, condotta per altri motivi, informare il medico circa questi episodi, così che venga auscultato il cuore attentamente.

Se, al contrario, si decidesse di intraprendere una visita specialistica cardiologica, possono essere condotte delle indagini che consentono di identificare sia l’extrasistole sia l’eventuale causa sottostante.

Tra queste vi sono:

  • l’elettrocardiogramma (ECG), che però nella sua forma classica osserva l’andamento dell’attività cardiaca in un lasso di tempo limitato, per cui è possibile che non si verifichino extrasistoli nel corso di quei pochi minuti.

    Contrariamente, un ECG Holter consente di registrare l’attività elettrica per 24 o 48 ore, aumentando così la probabilità di osservare extrasistoli e consentendo di correlarle a particolari attività quotidiane, l’esercizio ad esempio, oppure ad altre anomalie.
  • Test da sforzo: si chiede al soggetto di fare esercizio, di solito attraverso un tapis rotulant o una cyclette, per osservare attraverso un ECG come il cuore si comporta in quel contesto.
  • Ecocardiogramma: è un’ecografia che produce un’immagine in tempo reale del cuore, svelandone eventuali alterazioni.
  • Indagini più approfondite, tramite una risonanza magnetica, una TC o un’angiografia – esame che osserva ai raggi X il cuore dopo l’iniezione di un mezzo di contrasto.

Cura dell’extrasistoli ventricolari

Nella maggior parte dei casi, non è necessario curare le extrasistoli, proprio perché si tratta di fenomeni comuni e non maligni.

Diversamente, possono essere prescritti dei medicinali nel caso in cui il soggetto fosse a rischio di problematiche importanti, in modo da modulare l’attività elettrica del cuore.

In generale, comunque, qualora vi fosse un’effettiva causa patologica sottostante al verificarsi delle extrasistoli, il suo trattamento consente poi di prevenire questi battiti anticipati.

Extrasistoli ventricolari, la diagnosi a Napoli da CardioCenter

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Responsabilità dei contenutiSupervisione editoriale e scientifica
Dr Giuseppe Lavecchia – Specialista in Cardiologia
Dr Maurizio Lombardi – Specialista in Angiologia
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Fonti bibliografiche

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Shatla IM, Sammour Y, El Iskandarani M, López-Candales A. Fragmentation of Ventricular Extrasystoles: A Potential New Electrocardiographic Window to Uncover Patients at Risk. Cureus. 2021 Mar 7;13(3):e13748. doi: 10.7759/cureus.13748. PMID: 33842125; PMCID: PMC8022737.

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